domenica 24 dicembre 2017

METACOGNIZIONE, AUTOEFFICACIA E AUTOVALUTAZIONE

L'apprendimento è influenzato anche dalla consapevolezza del modo in cui conosciamo e dei risultati dei nostri sforzi. La metacognizione è l'attività con la quale la mente riflette su se stessa una consapevolezza che potrebbe portare a un miglioramento delle prestazioni. L'applicazione delle tecniche metacognitive riguarda in particolare l'attenzione, la memoria, la lettura e la scrittura. L'autovalutazione è la capacità di valutare se stessi, che riguarda le abilità personali che fanno riferimento alle intelligenze individuate da Gardner:
-uso corretto del linguaggio verbale e non verbale
-capacità di lavorare in gruppo
-agilità motoria e sportiva
-talento muscale
-abilità manuali e pratiche
-abilità nel calcolo e nella scrittura
-rapidità nell'esecuzione dei compiti

L'autovalutazione riguarda però anche altri aspetti, ed è perciò definita trasversale:
-organizzazione del tempo, fondamentale nella programmazione delle attività
-esplorazione di aspetti nuovi della realtà, connessa all'apertura mentale e al piacere di conoscere
-perseveranza nel lavoro e nell'assolvimento di un impegno preso
-disponibilità a confrontarsi con gli altri, partecipando alla costruzione di una conoscenza sociale

L'autoefficacia è l'attitudine ad affrontare diversamente un compito a seconda della percezione che abbiamo delle nostre capacità.
AMBIENTI DI APPRENDIMENTO E METODO DI STUDIO

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L'apprendimento è molto influenzato dall'ambiente, cioè la situazione in cui gli studenti imparano. La pedagogia si divide in due impostazioni contrastanti:
-pedagogia dell'insegnamento o comportamentismo→centrata sul docente, sulla ricerca di strategie didattiche più efficaci, privilegia la trasmissione del sapere da parte del docente.
-pedagogia dell'apprendimento o cognitivismo→concentrata sull'allievo per rafforzarne le potenzialità cognitive, privilegia la costruzione della conoscenza da parte dell'allievo. 

Skinner e Bloom sono sostenitori del comportamentismo. Skinner ha costruito le teachering-machine, delle macchine per insegnare, mentre Bloom ha ideato le tassonomie, griglie per guidare la valutazione. Secondo il comportamentismo l'organizzazione didattica è più importante delle disposizioni personali. 
Bruner e Ausubel sono sostenitori del cognitivismo. Essi sostengono che l'allievo deve seguire il metodo intuitivo-induttivo, partendo dall'esperienza e dagli oggetti per arrivare ai concetti. L'insegnante deve porre gli allievi in situazioni stimolanti perché apprendano autonomamente. Una delle più importanti innovazioni del cognitivismo è il problem solving, una tecnica per lo sviluppo della capacità di riflessione, di discorso e delle strutture cognitive. 
IL RUOLO DELLE EMOZIONI

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I processi motivazionali, emozionali e affettivi,interagiscono con quelli cognitivi, infatti le stesse reti neurali sono interconnesse costantemente, situazione definita "determinismo reciproco" da Bandura. 

Casualità reciproca esistenti fra i diversi fattori:
-aspetti cognitivi→percezioni, pensieri, ricordi, conoscenze.
-valutazione e attribuzione di significati→valori, opinioni,   atteggiamenti.
-emozioni→gioia, gratitudine, amore, ansia, rabbia, vergogna.

La paura è la relazione emotiva scatenata da una situazione oggettivamente pericolosa. L'ansia e la fobia sono reazioni emotive di fronte a un oggetto o in una situazione non obbiettivamente pericolosa. L'ansia da prestazione è un aspetto specifico dell'ansia sociale,derivante dalla sensazione di essere sotto esame, in una sensazione percepita come una sfida difficile da affrontare.
La valutazione che su un piano cognitivo formuli delle tue capacità e delle difficoltà della prova si traduce in ansia, che a sua volta provoca manifestazioni psicofisiche. Le conseguenze dell'ansia si ripercuotono sui processi cognitivi. Si arriva a un caso di attivazione eccessiva, quando il livello di ansia è troppo alto.
GLI STILI DI APPRENDIMENTO

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Lo stile cognitivo esercita una profonda influenza sullo stile di apprendimento. Le varie tipologie di stili si possono raggruppare sulla base di più criteri:

●In base alle funzioni:
 -stile legislativo→decisioni, regole autonome e rifiuto di problemi   prestrutturati.
 -stile esecutivo→persona affidabile che applica volentieri regole esistenti e preferisce ricevere istruzioni.
 -stile giudiziario→persona che ama valutare regole, procedure e idee esistenti, formulando critiche, esprimendo opinioni, valutando le persone e il loro lavoro.
●In base alle forme:
 -stile monarchico→persone risolute che si dedicano completamente ad un'impresa senza aiuti o intromissioni.
 -stile gerarchico→definito da gerarchia di obbiettivi e priorità, da organizzazione e sistematicità, rendendo talvolta difficile prendere una decisione complessiva.
 -stile oligarchico→compresenza di più obbiettivi che penalizzano la scelta, controbilanciato da indicazioni nette
 -stile anarchico→persone motivate da più bisogni e obbiettivi, con un approccio ai problemi casuale, creativo e innovativo.
●In base ai livelli:
 -stile globale→persona che preferisce questioni vaste ed astratte, trascurando i particolari.
 -stile locale o analitico→molto attenzione verso i dettagli, con il rischio di perdere di vista l'insieme.
●In base agli scopi:
 -stile interno→persone introverse che preferiscono l'isolamento e lavorare da sole.
 -stile esterno→persone estroverse, collaborative, espansive e sensibili alle questioni sociali.
●In base alle inclinazioni:
 -stile liberale→persona che tende a fornire il cambiamento e agisce al di là delle regole e delle procedure esistenti.
 -stile conservatore→persona che si conforma alle procedure esistenti e non si discosta da situazioni familiari.

mercoledì 20 dicembre 2017

GLI STILI COGNITIVI

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Lo stile cognitivo è la modalità con la quale un individuo elabora le informazioni; questo condiziona in larga misura l'apprendimento. 

I vari stili cognitivi:
-stile globale/analitico→la persona con quello globale tende a cogliere l'insieme e gli aspetti generali in modo sintetico, basandosi sull'intuito. Quella invece con lo stile analitico tende a cogliere il particolare, i singoli fatti e i dettagli.
-stile dipendente/indipendente dal campo→la persona con quello dipendente dal campo ha una capacità limitata di cogliere gli elementi, mentre la persona con quello indipendente dal campo coglie bene gli elementi e li distingue facilmente dal contesto.
-verbale/visuale/cinestetica→chi ha una preferenza verbale impara meglio leggendo, chi ha una preferenza visiva guardando figure, mentre chi ha una preferenza cinestetica facendo le cose, cioè dall'esperienza diretta.
-convergente/divergente→la persona con lo stile convergente affronta un problema in modo logico e consequenziale e poco creativo, mentre la persona con quello divergente è solitamente impulsiva.

IMPARARE A IMPARARE

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Il tema dell'apprendimento e del metodo di studio sono diventati di particolare importanza, perché nella nostra società le conoscenze acquisite in un certo momento si rivelano superate nell'arco di pochi anni. La capacità di imparare ad imparare è stata definita come l'abilità di preservare nell'apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo.

E' articolato in tre aspetti:
- il sapere→le conoscenze
-il saper fare→l'applicazione delle conoscenze
-il saper essere→le convinzioni, gli atteggiamenti, le motivazioni

La capacità di imparare a imparare richiede abilità cognitive e metacognitive. L'insegnante deve saper insegnare a imparare, il cui scopo è condurre l'allievo ad una sempre maggiore autonomia. Per valutare lo stile di apprendimento di ciascuno studente e facilitare un percorso individuale, l'approccio dell'insegnante deve essere:
-integrato→collega contenuti, metodi e argomenti in modo interdisciplinare
-esperimentale→lo studente astrae dalle singole esperienze ed elabora regole di carattere generale, riflette su ciò che apprende, ecc...
-esplicito→stimola gli studenti a raggiungere la consapevolezza di sè e di quanto stanno facendo e a maturare la capacità di condivisione e socializzazione.
LE MOTIVAZIONI E GLI ALTRI FATTORI DELL'APPRENDIMENTO

Le motivazioni e le attribuzioni rientrano in una particolare competenza chiamata imparare a imparare. Gli stili cognitivi e le emozioni sono dei fattori che interagiscono tra loro in modo complesso. Conoscere i fattori che determinano le esiti dei processi di apprendimento è fondamentale sia per chi studia che per chi insegna.

martedì 19 dicembre 2017

MOTIVAZIONE INTRINSECA

Si parla di motivazione intrinseca quando un alunno si impegna nello studio perchè lo trova gratificante in se stesso, spinto dall'interesse personale, dalla curiosità o dal bisogno di autorealizzazione. L'apprendimento è molto condizionato dalla motivazione, intrinseca od estrinseca. Nella motivazione estrinseca si ha un "rinforzo", cioè una ricompensa. Se invece la motivazione è intrinseca, si è spinti dalla curiosità, una sorta di motivazione cognitiva, oppure dal piacere nel fare qualcosa. Harry Harlow condusse un esperimento per dimostrare il ruolo della motivazione intrinseca. In questo esperimento ha sottoposto dei macachi a dei giochi di intelligenza e ha notato che quelli premiati con dosi di cibo ottenevano risultati inferiori rispetto a quelli che giocavano per puro piacere.Con questo esperimento ha dimostrato che il rinforzo "uccide" la motivazione intrinseca. Lo psicologo Edward Deci ha dimostrato che anche negli esseri umani diminuisce la motivazione intrinseca quando si agisce in vista di un premio e non per soddisfazione.

lunedì 18 dicembre 2017

MOTIVAZIONE ESTRINSECA

Si parla di motivazione estrinseca quando un alunno si impegna nello studio per motivi esterni, per ricevere cioè un premio o evitare conseguenze spiacevoli. Oltre alla motivazione intrinseca, anche quella estrinseca è importante. Purtroppo, però, un ragazzo che ha solamente una motivazione estrinseca, in mancanza di buoni voti potrebbe rinunciare allo studio. In base al tipo di motivazione, si può distinguere tra obbiettivi di padronanza (intrinseca) e obbiettivi di prestazione (estrinseca). Lo psicologo John W. Atkinson ha capito che anche lo stato d'animo è molto importante: tendenza al successo→fiducia; tendenza ad evitare il fallimento→paura.

mercoledì 6 dicembre 2017

DARE UN SIGNIFICATO ALLA VITA SCOLASTICA

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Gli studi delle attribuzioni valgono anche in campo scolastico. La cosa importante è lo stile attributivo: chi è abituato a contare su se stesso, probabilmente avrà un migliore rendimento scolastico. E' quello che gli studiosi chiamano self-serving bias, cioè inclinazione verso se stessi. Lo studioso Robert K. Merton chiama "profezia che di autorealizza" l'aspettativa dell'insegnante, positiva o negativa, che influisce sul rendimento dello studente. Robert Rosenthal e Leonore Jakobson nel 1968 studiano il fenomeno Pigmalione, per dimostrare l'influenza degli insegnanti sugli alunni tramite il loro giudizio. Hanno condotto un esperimento dove venti bambini scelti a caso (quindi non iperdotati) venivano presentati alle maestre come "piccoli geni". La considerazione delle maestre, ha fatto ottenere ai bambini prestazioni scolastiche molto elevate.
DARE UN SIGNIFICATO A CIO' CHE ACCADE

Le spiegazioni di quanto accade che ci diamo si chiamano attribuzioni e sono ragionamenti concernenti con se stessi, il rapporto con il mondo e con gli altri eventi.
Alcuni delle principale teorie sulle attribuzioni:
Attribuzione interna o esterna: lo psicologo Fritz Heider ha distinto due forme di attribuzione sulla base della localizzazione della causa e ne ha individuato l'effetto sul modo di concepire la vita: attribuzione interna o esterna. L'attribuzione interna sta nell'attribuire a se stessi la causa di ciò che avviene; può avere valenza negativa o positiva. Sulla base di questa attitudine il soggetto ritiene se stesso artefice della riuscita o meno della vita. L'attribuzione esterna, invece, sta nell'attribuire a motivi indipendenti dalla nostra azione quanto accade, significa quindi rinunciare a costruire la propria vita.
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Locus of control: in italiano si può tradurre con "punto di controllo" ed è un concetto elaborato dallo psicologo Bernard Weiner. L'individuo si sente responsabilizzato quando il locus of control è interno, mentre si sente deresponsabilizzato quando è esterno. La motivazione al successo è maggiore negli individui a controllo interno.
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Internalità, stabilità e controllabilità: lo psicologo Bernard Weiner ha individuato tre aspetti fondamentali del processo di attribuzione: internalità, stabilità e controllabilità. L'internalità riguarda la collocazione della causa di un certo fenomeno, che può essere interna al soggetto o esterna. La stabilità è il carattere costante o mutevole della causa. La controllabilità è la possibilità o meno del soggetto di controllare la causa.

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LA MOTIVAZIONE

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La motivazione è un fattore dinamico del comportamento umano, che attiva e dirige l'organismo verso una meta. la motivazione è strettamente connessa a un bisogno, ossia uno stato di tensione provocato dalla mancanza di qualcosa avvertito dal soggetto come necessario.
La motivazione, quello ci spinge ad agire, è l'insieme dei meccanismi biologici e psicologici che determinano l'azione, l'orientamento (o il suo evitamento) verso un obbiettivo e l'intensità della perseveranza: più si è motivati  più l'attività è significativa e persiste nel tempo. Questa è la definizione data da Lieury e Fenouillet nel 1996. Le motivazioni dell'agire sono diverse; possono provenire da fattori soggettivi, cioè sono dentro di noi, o da fattori oggettivi, cioè che provengono dall'esterno. Un'altra distinzione delle motivazioni riguarda la loro importanza, infatti Maslow ha interpretato i fattori motivazionali come bisogni dell'individuo, classificandoli in una piramide (vedi sopra). Ogni fattore motivazionale innesca nell'individuo un complesso processo di attivazione, per il quale l'individuo percepisce stimoli interni ed esterni, li valuta, stabilisce cosa fare, quali obbiettivi raggiungere e prende una decisione operativa. Nel 1985 lo studioso Julius Kuhl ha distinto due tipi di orientamento motivazionale: uno centrato sull'azione, l'altro centrato sulla situazione.

L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM I cinque pilastri dell'islam sono la base dell'educazione di un musulmano. Il Corano è un c...