mercoledì 30 maggio 2018

L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM

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I cinque pilastri dell'islam sono la base dell'educazione di un musulmano. Il Corano è un codice religioso, giuridico, morale e sociale ed è quindi un codice generale dell'educazione, destinato a tutte le persone fuorché i bambini. L'islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano, un'educazione armoniosa per prepararsi alla vera vita nell'aldilà. Ai bambini viene subito insegnato che riceveranno un premio o una punizione come conseguenza del comportamento tenuto durante la vita terrena. L'educazione è contraddistinta da un'impronta religiosa, infatti si trasmettono da subito la fede e la conoscenza, che si acquisiscono attraverso la rivelazione coranica.
MAOMETTO E L'ISLAM

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Il profeta Maometto ha fondato l'islam, una religione che ha come dio Allah e come libro sacro il Corano, scritto in versi e diviso in sure. Non sapendo scrivere, Maometto trasmette oralmente il contenuto del Corano. Nel Corano sono raccolti i cinque pilastri dell'islam:
-testimonianza di fede
-cinque preghiere quotidiane (al mattino, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e un'ora e mezza dopo il tramonto)
-pagamento dell'imposta coranica, considerato un atto di solidarietà concreta
-pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita
-digiuno nel mese del Ramadan, per insegnare l'autocontrollo e per far comprendere cosa provano i poveri.
IL MONDO ARABO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE

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L'Arabia nel periodo preislamico era un territorio prevalentemente desertico abitato da nomadi pastori, i beduini. Le tradizioni si trasmettevano oralmente. I poemi preislamici hanno un carattere pedagogico, infatti insegnano ai ragazzi i valori dell'ospitalità, la generosità, la carità e l'amore per gli animali.
CARLO MAGNO E LA SCUOLA PALATINA

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Carlo Magno, re dei Franchi, tenta di rianimare la cultura e l'istruzione con la rinascita carolingia. Ha compreso l'importanza di una riforma della struttura di governo che investa tutti i campi della cultura e dell'istruzione e sostiene che tutti i popoli debbano adottare gli stessi costumi, la stessa lingua e la stessa religione. Incarica Alcuino di York di istituire la Schola palatina per i figli dei nobili laici che desiderano acquisire una formazione classica. Il programma della scuola prevede:
-un'istruzione primaria
-studio delle arti del trivio e del quadrivio
-studio della filosofia e conoscenza approfondita delle Sacre Scritture
Carlo Magno prevede la formazione di scuole monastiche e presbiteriali per chierici e laici.

GREGORIO MAGNO: LA FORMAZIONE DEL CLERO E L'EDUCAZIONE POPOLARE

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Gregorio Magno nella Regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi e i contenuti di apprendimento sono fondamentali, perchè sono in un rapporto di fusione tra i testi sacri e la letteratura di origine pagana. Era un convinto sostenitore della formazione popolare, infatti dice di perseguire la formazione religiosa del popolo attraverso la predicazione. Non si deve però utilizzare un linguaggio complesso, ma adattarsi ad un uditorio modesto, affinchè tutti possano comprendere.
SEVERINO BOEZIO: LE ARTI LIBERALI E LA FILOSOFIA

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Le arti liberali sono al centro della riflessione di Severino Boezio, infatti scrive un'opera per ogni arte liberale. Si concentra molto sulla dialettica, divisa in:
-studio della parola, del suono, del significato
-studio del valore logico della parola
-studio della proposizione
Con la diffusione delle opere di Boezio la dialettica assume un valore centrale nel curriculum formativo. 
Anche in un'opera di Marziano Capella si valorizzano le arti liberali, considerate come espressione delle facoltà umane. 
Nella sua ultima opera, Boezio immagina che la filosofia venga a consolarlo mentre è in carcere.
BENEDETTO DA NORCIA E CASSIODORO: IL MONACHESIMO OCCIDENTALE

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Benedetto da Norcia diffonde il monachesimo (nato in oriente) anche in occidente, fondando il monastero di Montecassino. Secondo Benedetto il monaco non deve mai rimanere nell'ozio, evitando così il rischio di cadere in tentazioni. Si può dire che il suo precetto fosse "ora et labora", dato che i monaci dovevano alternare al lavoro manuale la preghiera e il lavoro intellettuale. I benedettini hanno contribuito alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'occidente copiando testi sacri e classici. Probabilmente Benedetto ha scritto un'opera intitolata Regula magistri, nella quale chiarisce dei principi pedagogici per la formazione dei giovani che frequentano la scuola monastica. Sostiene che i genitori debbano essere informati della vocazione del figlio. 

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Marco Aurelio Cassiodoro fonda il monastero del Vivarium, una comunità monastica particolarmente dedita allo studio, alla trascrizione di codici e all'insegnamento. Cassiodoro elabora un compendio di sette arti liberali:
-trivio (grammatica, retorica e dialettica)
-quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia).

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