venerdì 30 marzo 2018

GLI IUVENALIA

GLI ANTENATI ROMANI DEI "GIOCHI DELLA GIOVENTÙ"

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Sia nell'antica Grecia che nell'antica Roma, l'educazione fisica era tenuta molto in conto. In Grecia l'atleta rappresenta l'equilibrio armonico tra copro e mente, mentre a Roma c'è una specializzazione fisica. Durante l'impero vengono praticate manifestazioni sportive greche avvicinate al gusto romano. Vengono così creati i collegia iuvenium, che per Augusto hanno lo scopo di far tornare nei giovani la passione per l'arte militare, mentre Nerone privilegia l'aspetto spettacolare. Nerone crea gli iuvenalia, durante i quali i ragazzi si esibiscono in spettacoli, prove di forza, esercitazioni militari, esercizi ginnici, combattimenti e corse a cavallo, tutte cose che sarebbero servite in caso di guerra. Le spese vengono sostenute dai patroni, uomini che approfittano di queste donazioni per propaganda politica o per sgravi fiscali. in seguito gli iuvenalia sono stati riproposti anche da altri imperatori.

domenica 25 marzo 2018


SENECA E L’AUTOEDUCAZIONE INTERIORE

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Lucio Anneo Seneca mira alla cura di se e all'autoeducazione interiore attraverso la filosofia. Nelle lettere a Lucilio sostiene la necessità di migliorare se stessi dal punto di vista morale, seguendo l’esempio di persone virtuose ed esaminando le esperienze personali. Seneca critica le arti liberali, sostenendo che siano solo l’introduzione della filosofia. Definisce la figura del saggio come colui che controlla le sue passioni con l’uso della ragione e accetta il proprio destino, ed inteso così il saggio è il vero pedagogo del genere umano. Seneca critica i beni materiali a favore dei beni spirituali e dello sviluppo etico dell’individuo. Seneca con il richiamo all'interiorità, intende opporsi alla crisi educativa cominciata nel secondo secolo d.C., che assume un aspetto sempre più tecnico-pratico.


LA DIFFUSIONE DELLE SCUOLE

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Nell'età imperiale lo studio della filosofia viene avversato per evitare per evitare che si creino coscienze troppo libere. L’organizzazione generale degli studi in questo periodo diventa più capillare e si estende in tutto l’impero. Per le crescenti necessità amministrative, è favorito l’accesso all'istruzione di nuovi ceti sociali e compaiono biblioteche sovvenzionate dallo stato. La società imperiale privilegia una preparazione tecnica adeguata ai compiti richiesti nell'amministrazione pubblica, ad esempio si diffonde la stenografia, una forma di scrittura abbreviata e più veloce.

QUINTILIANO E L'EDUCAZIONE IN ETA' IMPERIALE

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Marco Fabio Quintiliano ha scritto la Institutio oratoria, con la quale intende ridare all'arte oratoria il fondamento culturale auspicato da Cicerone. Quintiliano vuole formare il buon oratore, la cui formazione svolge anche una funzione etico-civile. Scrive quindi un'opera sull'educazione complessiva dell'oratore. In quest'opera sono esposti i caratteri ideali dell'oratore, l'onestà, l'abilità nel parlare e la preparazione filosofica. Ripropone le caratteristiche dell'orazione ciceroniana, inventio, dispositio, elocutio, memoria e pronunciatio e e ribadisce gli aspetti di Teofrasto, chiarezza, correttezza e ornamentazione, aggiundendo la facilitas e invitando ad uno stile naturale. Secondo Quintiliano, l'oratore attraverso la sua formazione deve giungere al suo completo sviluppo naturale, ma per un oratore perfetto è fondamentale il connubio natura-educazione. Quintiliano è l'unico del suo tempo contro le punizioni corporali. 
Per lui il maestro ideale deve:
-essere pratico, positivo, morale
-essere sensibile e disponibile al coinvolgimento degli studenti
-rendere l'insegnamento naturale e divertente
-adeguare il metodo all'indole dell'allievo
-spronare più con la lode che con le punizioni
-concedere svago e gioco

Lo studente ideale deve deve essere obbediente e amorevole nei confronti dell'insegnante. 
Quintiliano delinea un curricolo scolastico per la formazione dell'oratore:
-in famiglia si apprende il latino e il greco insieme a schiavi, nutrici e pedagoghi
-dopo frequentano la scuola del grammaticus, un insegnante che fornisce un insegnamento generale basato sulla lettura ad alta voce della poesia e sulla stesura di testi
-a quattordici anni si passa allo studio della retorica,esercitandosi nelle narrazioni e nelle declamationes

Secondo Quintiliano per la formazione del buon oratore è necessaria un'educazione completa, compresa di musica, geometria, astronomia, storia, filosofia e diritto. 
Il pensiero di Quintiliano, però, rimane inascoltato fino all'Umanesimo e al Rinascimento.
L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA ROMANA (V-I sec. a.C.)

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L'istruzione primaria inizia a sette anni e il magister o litterator insegna a leggere e a scrivere, mentre il calculator insegna il calcolo. L'insegnamento è impartito attraverso un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo, con un frequente ricorso alle punizioni corporali. All'istruzione secondaria, che dura dai dodici ai quindici anni, accedono solo ragazzi di famiglie aristocratiche, frequentando le lezioni di un grammaticus. Le materie sono grammatica, logica, retorica, musica, astronomia, geometria, aritmetica, medicina e architettura. Nello studio della poesia Virgilio per i Romani è importante come Omero per i Greci. Dopo aver letto e spiegato il testo, praelectio, il maestro compie un'analisi estetica, enarratio. Lo scopo di questa istruzione è quello di avviare all'arte dell'eloquenza. L'istruzione superiore viene impartita nelle scuole di retorica secondo le indicazioni di Cicerone nel De oratore: il magister dicendi o rhetor, l'insegnante di retorica, deve essere un professionista della parola e un esempio morale. Guida gli allievi alla composizione di testi che devono essere recitati. Gli alunni devono essere in grado di eseguire le controversie, dove si sostengono tesi opposte, e le suasoriae, dove esortazioni immaginarie sono rivolte a personaggi storici nel momento critico di una decisione da prendere. Lo scopo di questa scuola è quello di preparare un cittadino in grado di intervenire nella vita politica  o di intraprendere la carriera forense diventando avvocato. Queste scuole privilegiano le competenze tecniche. L'istruzione tecnico-professionale viene impartita nel paedagògium a schiavi, liberti e artigiani liberi che ricevono una formazione professionale specializzata. Gli insegnanti di queste scuole vengono istruiti in collègia o corpora corrispondenti alle nostre scuole professionali. 

giovedì 22 marzo 2018

CICERONE E L'ELLENIZZAZIONE DELL'EDUCAZIONE ROMANA

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Marco Tullio Cicerone, uomo politico, filosofo, oratore e scrittore, ha influenzato profondamente la prosa latina. Il suo apporto è stato determinante per l'ellenizzazione della cultura latina, un processo che ha interessato anche la pedagogia romana. Cicerone cerca di conciliare il mos maiorum con la più raffinata cultura greca, ha contribuito molto a diffondere la filosofia greca nel mondo romano, traducendo in latino i termini propri della tradizione speculativa greca, ma anche in campo educativo: con lui la paidèia ellenica diventa la humanitas latina, un nuovo modello educativo romano. L'humanitas consiste nello sviluppo e nel perfezionamento di tutto quello che appartiene alla natura umana. Cicerone si sofferma soprattutto sulla formazione superiore, in vista della formazione dell'oratore, nel quale devono confluire erudizione ed etica. Le discipline fondamentali sono la letteratura, la filosofia e il diritto. Cicerone ritiene che il benessere dello stato dipenda dalla bontà dell'educazione ricevuta dal cittadino; la riflessione pedagogica ha una forte valenza politica. Nell'opera De oratore esamina la retorica e l'oratoria, definendone gli aspetti fondamentali:
-inventio, l'ideazione di un'orazione
-dispositio, l'ordine degli argomenti
-elocutio, l'uso di un linguaggio ricco
-memoria, la capacità di ricordare
-actio, l'esposizione dell'oratore, la parte più importante.
CATONE E LA DIFESA DELLA TRADIZIONE CONTRO LA CRISI REPUBBLICANA

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Dopo la seconda guerra punica la società romana cambia molto e si formano nuovi ceti che non condividono più il mos maiorum, ponendo al centro l'uomo nella sua individualità. Anche l'educazione cambia: sempre più famiglie affidano i loro figli a uno schiavo o a un pedagogus. Le femmne vengo affidate a un pedagogus per imparare il canto, la danza e la pittura, ma non appena si sposano passano dall'autorità del padre a quella del marito. Il console Marco Porcio Catone è ostile rispetto a questi cambiamenti e all'influenza greca. Esorta a recuperare il mos maiorum che vede il padre come l'educatore naturale dei propri figli, raccogliendo nei Libri ad filium Marcum i suoi insegnamenti di agricoltura, medicina e retorica. Catone valorizza la retorica come virtù civica in stretto legame con etica e politica. Nella sua altra opera, il De agricultura, contrappone il lavoro dei campi all'attività mercantile, affermando che l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo grande Roma, ma le raccomandazioni di Catone rimarranno inascoltate.
L'EDUCAZIONE ROMANA E IL MOS MAIORUM

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L'economia romana ha inizialmente un carattere prevalentemente agricolo, la sua società è dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri e prevalgono i valori della casa e della famiglia. L'educazione avviene all'interno della famiglia e il sentimento a cui si viene educati è la pietas in quanto rispetto per tutti. Anche la religione è un componente fondamentale per l'identità del gruppo. Il mos maiorum è un inseme di valori ed è l'esempio che viene dagli antenati. La prima educatrice è la madre e a sette anni il bambino passa sotto la guida del pater familias, che gli fornisce la prima alfabetizzazione, impara come amministrare un'azienda agricola e partecipare alla vita pubblica frequentando il foro. A quindici anni per un anno si dedica al tirocinium fori, assolve il servizio militare  cominciando la carriera politica. Dal 451 a.C. vengono esposte nel foro dodici tavole contenenti le leggi fondamentali della città, riassumendo i valori del mos maiorum:
-rispetto della tradizine
-pietas, l'osservanza di regole etiche e religiose
-rigore morale
-obbedienza alla legge basata sulla patria potestas.

mercoledì 21 marzo 2018

L'EDUCAZIONE COME "FATTO SOCIALE"

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L'educazione per i Romani è un fatto sociale ed ha un tento civico, infatti il cittadino romano deve sapersi comportare di fronte alla collettività in modo adeguato. Per indicare la prima educazione i Greci utilizzavano il termine paidèia, un'ampia e complessiva formazione culturale, e i Romani utilizzavano il termine educatio, la prima formazione finalizzata allo sviluppo delle attitudini fisiche, morali e intellettuali. Il termine humanitas corrisponde a paidèia, un'educazione raffinata e fondata su valori morali.

domenica 18 marzo 2018

LE STRUTTURE E IL PERCORSO EDUCATIVO IN ETA' ELLENISTICA

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In età ellenistica la prima formazione avviene in famiglia a cura delle donne di casa e dai sette ai diciannove anni si frequenta la scuola pubblica a cura dei municipi. Il maestro insegna al ragazzo e il pedagogo accompagna il ragazzo a scuola e rappresenta per lui un riferimento di tipo morale. 
Durante l'istruzione primaria (da sette a dodici anni) si impara a leggere, a scrivere, si inizia matematica, si pratica musica e ginnastica. Si ricorre spesso alle punizioni corporali. 
Durante l'istruzione secondaria (da dodici a vent'anni) ci si concentra sulla formazione umanistica e scientifica. Il grammatico insegna letteratura e il retore la produzione scritta e orale. Dai diciotto ai vent'anni vige l'efebato, durante il quale viene impartito l'addestramento militare, ma prepara anche alla carriera di atleta professionista. 
Durante la formazione superiore ci si basa sulla retorica, che mira a creare dei professionisti della parola. Rimane anche la filosofia, intesa però come strumento per una ricerca interiore individuale. 

sabato 17 marzo 2018

L'EDUCAZIONE NELL'ETA' ELLENISTICA
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Nell'impero di Alessandro Magno i cittadini diventano sudditi e iniziano ad avere una crescente attenzione per la vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche. Si afferma l'epicureismo e lo stoicismo, due scuole ellenistiche, e il saggio si sostituisce alla figura del sapiente. Il processo di specializzazione e di separazione del sapere forma in questo periodo l'uomo colto di stampo umanistico e lo scienziato specialista: appare così la contrapposizione tra sapere umanistico e sapere scientifico. La Biblioteca di Alessandria e il Museo di Alessandria sono le due istituzioni emblematiche di questa articolazione del sapere. Plutarco nel libro "Vite parallele" stabilisce un parallelo tra due vite. Vengono prese come modelli da proporre ai lettori e il tema delle virtù viene proposto tramite gli esempi concreti forniti dalla biografia di personaggi illustri. Nel libro "De liberis educandis" si ripropone l'importanza delle arti liberali, dando grande importanza alla retorica e pone al vertice dell'insegnamento la filosofia, senza escludere da questa formazione la cura del corpo. Il filosofo Sesto Empirico, rappresentante dello scetticismo, si pronuncia contro le arti liberali. Ritiene che l'apprendimento sia possibile solo attraverso l'esperienza diretta.

mercoledì 7 marzo 2018

ARISTOTELE: LA FORMAZIONE INTEGRALE E L'EDUCAZIONE DI STATO

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Aristotele privilegia l'analisi della realtà e le il suo pensiero etico-pedagogico si si esprime in due opere, "l'Etica Nicomachea" e la "Politica". Anche lui stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità. L'educazione per Aristotele è essenzialmente educazione morale e secondo lui il valore più alto risiede nell'amore disinteressato per il sapere.

Per Aristotele ci sono due tipi di virtù:
-virtù dianoetiche, esercizio dell'intelligenza
-virtù etiche, controllo delle passioni da parte della ragione

Secondo lui si raggiunge la felicità solo quando le virtù sono espresse al più alto livello, e ciò richiede un'educazione adeguata e completa, riservata, secondo lui, innanzitutto ai cittadini liberi e solo ad un'élite  di essi. 

Secondo Aristotele nell'educazione degli uomini concorrono tre fattori:
-natura: predisposizioni corporali e spirituali
-costume: tradizioni, modi di fare, abitudini
-discorso: insegnamenti ricevuti dal maestro

Secondo lui è necessaria un'educazione statale, infatti prevede un'educazione composta da tre cicli di sette anni, il primo affidato alla famiglia e il secondo e il terzo affidato allo stato. 

L'educazione deve mirare alla perfetta formazione armonica dell'uomo, tenendo conto questi aspetti:
-formazione fisica
-formazione intellettuale
-formazione morale

L'educazione di Aristotele è definita liberale perché si addice a uomini magnanimi e liberi, e devono esserci letteratura, ginnastica, musica e disegno. Apre il Liceo, scuola che entra in competizione con l'Accademia platonica, in cui l'insegnamento e soprattutto orale. I libri scritti da Aristotele si dividono in esoterici, destinati ai suoi studenti, e essoterici, destinati a tutti. Per Aristotele due discipline sono di primaria importanza, la filosofia prima (metafisica) e la logica. Aristotele esprime delle considerazioni a proposito del ragionamento induttivo e del ragionamento deduttivo. Con il ragionamento induttivo si passa dal caso particolare ad una conclusione generale. Queste conclusioni sono provvisorie, a meno che non si possano verificare.
Con il ragionamento deduttivo dal principio generale si ricava il caso particolare.

lunedì 5 marzo 2018

ISOCRATE: LA FORMAZIONE DELL'ORATORE

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Il programma culturale di Isocrate è molto differente da quello di Platone, infatti nel 390 a.C. apre una scuola in concorrenza con l'Accademia. Isocrate ritiene che non sia possibile raggiungere una verità assoluta e persegue un ideale culturale ed educativo più accessibile. Ha influenzato tutta la pedagogia greca e romana e e le sue orazioni sono rimaste per molto tempo un modello scolastico per lo stile oratorio. Cerca di formare autentiche personalità caratterizzati da valori morali e da un'ampia erudizione, puntando alla formazione di un uomo di Stato che sia una persona colta e onesta. Politica, oratoria ed etica sono strettamente congiunte, di cui parla nell'opera "Nicocle". La scuola di Isocrate è dedicata alla formazione dell'oratore e si fornisce una preparazione enciclopedica. Fondamentali per l'arte retorica sono lo studio degli aspetti linguistico-grammaticale e l'imitazione, ma si coltivano anche la matematica e la dialettica. E' molto importante lo studio della storia e la capacità di trarre insegnamento dall'esperienza diretta.

domenica 4 marzo 2018

PLATONE E L'ACCADEMIA
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Il più importante allievo di Socrate è stato Platone, uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi. Nella sua riflessione il tema centrale è quello della giustizia. Dopo la condanna di Socrate si allontana da Atene per realizzare una città ideale, sviluppata nella sua opera "Repubblica", ma fallisce nel suo intento. Fonda così nel 387 a.C. l'Accademia. Elabora un progetto educativo con lo scopo di preparare il nuovo ceto politico, e per trasformare la realtà politica occorre una rivoluzione culturale, che giunga a fondare una nuova tavola di valori. Oltre ai passaggi che compie Socrate, Platone intende rintracciare varità e valori immutabili da realizzare tra gli uomini. E' comne se Platone considerasse i concetti bene, giusto, ecc, una sorta di "oggetti speciali" che chiama in molti modi, soprattutto idee. Quindi l'educazione è un percorso di conoscenza nel quale vengono selezionatii governanti e formati i cittadini. Secondo Platone i filosofi devono andare al governo o diventare consiglieri dei governanti.Filosofia, educazione e politica sono strettamente connesse, per realizzare la giustizia. Dice che uno stato è giusto se gli uomini contribuiscono al suo mantenimento a seconda delle proprie capacità. 

Platone identifica tre tipi di cittadini:
-i produttori, assicurano il benessere materiale della città come agricoltori, artigiani e mercanti, nei quali prevale la virtù della temperanza.
-i guerrieri, garantiscono la difesa della città e in loro prevale la virtù del coraggio.
-i reggitori, nei quali prevale la virtù della saggezza, ai quali è affidata la guida dello stato. 

Lo stato di Platone è una meritocrazia e la sua effettiva realizzazione è affidata al controllo dello stato, infatti è lo stato che si occupa di ogni aspetto della vita sociale. Platone si interessa soprattutto dell'educazione delle classi sociali superiori. 

I guerrieri seguono un'educazione tradizionale:
-fino a diciotto anni seguono un'educazione comune tra maschi e femmine che inizia con la musica e la ginnastica, per creare un'armonia psico-fisica e per una formazione militare.
-dai diciotto ai vent'anni i maschi seguono l'efebato, servizio militare.
-dai venti ai trent'anni si rafforzano gli studi di matematica, già iniziati nell'infanzia con il calcolo e la geometria.
-a trent'anni si affronta la dialettica, la filosofia come ricerca della verità e del bene.
-a trentacinque anni i selezionati come futuri governanti si dedicano ad un intenso studio della filosofia per quindici anni.
-a cinquant'anni chi supera l'ultimo esame si dedica alla guida dello stato.

Più tardi Platone scrive un'altra opera intitolata "Le Leggi", in cui estende l'educazione a tutti i cittadini liberi e prevede una formazione prescolare che tenga conto delle affettività dei bambini con attività basate interamente sul gioco. Platone innesta la propria dottrina della conoscenza sulla concezione che ci sia una stretta concezione tra bellezza e giustizia. 

L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM I cinque pilastri dell'islam sono la base dell'educazione di un musulmano. Il Corano è un c...